Può la tecnologia e in particolare quella digitale dare una mano all’ambiente? E se sì, come?
Sono le domande che dal 4 al 7 luglio hanno radunato a Foligno i migliori talenti del computer. Merito di “Social Hackathon”, la maratona digitale di quattro giorni nel cuore dell’Umbria, organizzata al Centro Studi di via Oberdan 123, sede di DigiPass Foligno e dell’Università degli Studi di Perugia, dall’Associazione Centro Studi Città di Foligno e da Digipass Foligno, con il patrocinio di un folto gruppo d’istituzioni, associazioni e privati. Qualche nome? Legambiente, Regione Umbria, Comune di Foligno, il progetto internazionale Erasmus+, la Società Geografica Italiana. Insomma: tante realtà unite per ragionare d’innovazione digitale ad alto impatto ambientale, per un evento arrivato alla quarta edizione, dopo l’ottimo successo dell’edizione del 2018.
Al centro dell’appuntamento che raduna cervelli, soprattutto giovani studenti, dall’Italia e dall’estero c’è stato, quest’anno, il rapporto tra tecnologica, informatica e tutela dell’ambiente.
Il tema del rispetto dell’ambiente e della ricerca di tecnologie per ridurre l’impatto dell’uomo sul pianeta è infatti sempre più priorità dei giovani che a gran voce chiedono ai governi di applicare soluzioni concrete. Lo scorso aprile, infatti, la Giornata della Terra ha avuto un’eco mondiale come mai in passato, grazie alla partecipazione di oltre un miliardo di persone in 192 paesi, che hanno sfilato per celebrare la nostra Madre Terra e chiedere un cambiamento.
Ma come si concilia il mondo, a volte un po’ oscuro, degli hacker con la tutela dell’ambiente? La spiegazione è arrivata durante la maratona di Foligno dagli stessi partecipanti, che assieme agli organizzatori hanno condiviso, prima del via, una sorta di appello-manifesto per soluzioni digitali che siano non solo a impatto zero sull’ambiente, ma che contribuiscano in maniera quanto più concreta a tutelarlo, rilanciarlo e valorizzarlo. Anche se la voglia di dedicare questa edizione del Social Hackathon Umbria al tema dell’ambiente sia venuta, prima che Greta Thunberg (la giovanissima che ha dato il via al movimento dei Fridays for Future) incoraggiasse milioni di cittadini a scendere in piazza contro il cambiamento climatico. Gli organizzatori si sono voluti unire al grido dell’attivista svedese e proporre la loro visione di co-creazione digitale per creare nuove idee per uno sviluppo sostenibile.
FOLIGNO PROTAGONISTA – Da questo spirito è nato il Social Hackathon, che i partecipanti hanno subito chiamato, con l’apposito hashtag: #SHU2019. All’interno dei quattro giorni ci sono quindi state vere e proprie sfide tra cervelli. Obiettivo: supportare lo sviluppo di soluzioni digitali ad alto impatto ambientale e dare vita a vari percorsi di formazione, per i curiosi digitali e per gli aspiranti hacker.
Dentro l’iniziativa sono poi stati individuati tre macroambiti tematici, chiamati “call for ideas” (chiamata per idee brillanti), Protect (per la protezione dell’ambiente a rischio), Discover (per l’ambito della ricerca) e Sustain (per il sostegno all’ambiente e ai progetti in corso). In ogni tipologia d’intervento sono state scelte le due idee ritenute più rilevanti, attorno alle quali i vari hacker, divisi in squadre e coordinati da un esperto, si sono messi alla prova creando prototipi e prodotti. I migliori, scelti da una giuria di esperti, hanno ottenuto il premio finale, vale a dire dei buoni per prodotti digitali.
La maratona digitale nel cuore dell’Umbria, terra che a luglio conosce un vero e proprio boom di visitatori e d’iniziative aperte a tutti i gusti, dagli hacker fino agli amanti della tradizione popolare più radicata nel tempo, è stata quindi un successo.
DA DIGITALE…AL REALE – Un esperimento da ripetere e valorizzare, perché capace di unire mondi e generazioni tra loro molto distanti e a volte divergenti, ma che possono, e devono, parlarsi di più, conoscersi e confrontarsi, per dare risposte sostenibili alle sfide che il mondo di oggi pone a tutti, a partire dal cambiamento climatico in corso e i cui effetti già si fanno sentire.
L’Umbria in generale, e Foligno in particolare, hanno dimostrato di essere il posto giusto, grazie a una tradizione plurisecolare d’incontro, scambio, dialogo, natura e predisposizione alla riflessione condivisa.
Quella, cioè, che trasforma i pensieri in fatti, e i fatti in azioni e pratiche concrete capaci di cambiare il mondo.