La situazione di Croce di Visso è più o meno la stessa dalle scosse del 26 e del 30 ottobre 2016.
Da allora, infatti, non è stata toccata una sola pietra.
Il paese è una “Castellania” medievale risalente orientativamente al 1100/1200 d.C. Almeno da quel che so io, Ado Venanzangeli, storico vissano che ricostruì la storia di Visso e delle sue frazioni, datava proprio intorno al 1200 la chiesa centrale di Croce, quella dedicata a Santa Marie delle Grazie.
Questa chiesa fu già danneggiata nei precedenti terremoti ed in particolare con quello del ’97 fu oggetto di importanti lavori che riportarono alla luce vari cicli di affreschi sovrapposti di differenti epoche. Al suo interno infatti sono presenti opere che vanno da stili alto medievali fino al barocco. Di pregio era il tabernacolo ligneo che con questo terremoto è stato praticamente distrutto.
Tornando alla situazione terremoto 2016, come accennato il borgo è stato totalmente abbandonato a sè stesso. Durante i primi giorni post sisma gli addetti comunali/regionali hanno posto nastri bianco/rossi a delimitare la quasi totalità del paese come zona rossa. Poi, intorno a ferragosto, il comune di Visso ha posto delle inferriate con cartelli indicanti “zona rossa” per evitare che i “villeggianti” (come li chiamano loro) entrassero a fare foto, come fosse questo il problema.
Per ciò che riguarda i pochi residenti ed i non residenti (per la quasi totalità discendenti diretti di famiglie residenti a Croce da secoli) il problema principale è che i controlli per le verifiche di agibilità sono in gravissimo ritardo (da poco si sono concluse le FAST), alcune abitazioni esterne al perimetro principali sarebbero agibili ma ancora devono essere messe in sicurezza gli edifici pericolanti e per questo chi potrebbe rientrare nelle proprie case agibili non può ancora farlo. Dopo ferragosto sono partite le opere per la costruzione di 4 casette SAE per i residenti che vanno ad aggiungersi alle 3 del terremoto del ’97.
Il collegamento con Visso è difficilissimo dal momento che la frana sulla valnerina dal 30 ottobre ha fatto passare da 10′ di auto ad oltre 1h il tempo necessario. I residenti sono per lo più persone anziane che avrebbero bisogno di un contatto diretto con amministrazioni e personale medico.
Lato storico artistico stiamo perdendo degli affreschi e delle opere molto importanti, sebbene le più importanti da molti anni si trovano nel museo diocesano di Visso.
Il paese ha retto abbastanza bene le scosse del 24 agosto anche se la chiesa già presentava alcune lesioni cui però nessuno ha dato il peso necessario, complice anche il fatto che nessuno poteva immaginare quel che poi sarebbe accaduto 2 mesi dopo.
Il 26 ottobre le scosse con epicentro in alta valnerina: il paese, come Visso, ha riportato danni seri. Il campanile della chiesa era già pericolante. Nell’emergenza generale non si è provveduto a metterlo in sicurezza anche se forse si sarebbero potute rimuovere le 3 campane, di cui la principale abbastanza pesante. Con il 30 ottobre il disastro: il campanile si è sbriciolato e collassato su sè stesso, la volta a vela dell’altare, già interessata da lavori di consolidamento post ’97, è andata completamente distrutta così come parte della parete retrostante l’altare con due cicli di affreschi sovrapposti. La cosa molto grave è il completo abbandono. Non voglio entrare nel merito di chi doveva fare cosa, ma è assurdo che dal 30 ottobre non sia stato fatto assolutamente nulla. Non dico di intervenire come è stato fatto con la basilica di San Benedetto a Norcia, ma un semplice telo di plastica a protezione di affreschi, tabernacolo e quant’altro sarebbe stato più che opportuno. Tali opere hanno subito tutte le intemperie del passato inverno, comprese le nevicate eccezionali che hanno coinvolto gran parte del centro Italia. Le pareti pericolanti sono più volte crollate a causa del logorio delle intemperie. La facciata principale presenta da ottobre un vistoso distacco che nei mesi è peggiorato.
Ora, per l’ennesima volta, su twitter un rappresentante del consiglio comunale mi risponde che stanno per intervenire, stesse parole di maggio scorso. Personalmente credo che il sindaco di Visso stia facendo i salti mortali e non lo voglio colpevolizzare direttamente, la situazione generale è davvero pesante. Però quelle piccole cose che potevano essere fatte e non sono state fatte saranno pagate dall’intera comunità nei decenni a venire e saranno delle piccole grandi perdite per il patrimonio storico artistico italiano.
Un piccolo reportage fotografico del 12 novembre potete trovarlo qui
Questi alcuni frammenti degli affreschi del retro altare lasciati alle intemperie